Fuggire! si, il termine giusto è fuggire; verbo più consono all’attuale stato mentale e dell’animo.
Dove?
Chiudi gli occhi e immagini un’altra te, un clone, in un posto lontano, diverso, al riparo, al sicuro.
Un ritornar bambina nei disegni, tracci le linee squadrate di una casa dalle grandi vetrate, un pò isolata, calda, accogliente, comoda con una vista mozzafiato. Anche di questo hai bisogno, di qualcosa che ti mozzi il fiato per farti accorgere che la tua respirazione si è rallentata come tanto altro nella tua vita.
Disperata esigenza che i tuoi occhi vedano il diverso, l’immaginato, quel qualcosa che tranquillizzi l’anima, che plachi il cervello. Quel che necessario perchè il criceto che hai nella testa rallenti, scenda e fermi quella ruota che gira troppo e da troppo tempo.
Un bisogno claustrofobico di aria nuova, diversa, di quella sferzante al viso, calda e avvolgente al corpo; di quella che accarezzi.
E poi il silenzio, insieme di silenti suoni, espressioni sonore tacite che stimolano la voglia di ritrovarsi a scrivere, a fermar immagini, luoghi, personaggi fantastici, dialoghi e parole, tante parole, fiume di parole lasciate libere di sgorgare come acqua di fonte di fiume impetuoso.
Un ricercato, agognato, impellente bisogno di creare, dar sfogo, ritrovare passioni accantonate da troppo; la necessità di riacquisire una parte di sé che si è smarrita nei lunghi periodi brutti, nei troppi periodi grigi.
